Ad sidera mundi … la birra legata agli astri

In un tempo remoto il legame tra l’uomo e la birra viene sancito nelle stelle. Tra l’VIII e il III sec. a.C. il cielo dei greci si popola di costellazioni.
Gli antichi guardano al firmamento con bisogno di conoscenza e con meraviglia, ponendovi gli dei e i loro segni.

Queste storie e questi personaggi sopravvivono a molte vicende e resistono anche nel Medioevo cristiano, grazie al lavoro dei monaci che con i loro studi permettono il perdurare delle costellazioni pagane.
Nei cenobi carolingi vengono conservate e trasmesse le informazioni astronomiche dei testi greci e latini. In questo modo i segni che Zeus benevolo ha posto nel cielo per aiutare gli uomini nelle attività di sopravvivenza, per prime agricoltura e navigazione, vengono tramandate nei secoli.






Tra le molteplici storie presenti tra gli astri, pieno di significati è il catasterismo della Vergine, manifestazione di Dike, unica fra gli dei la cui figura compaia nel cielo fatta di stelle, che in mano porta una spiga e che sorge nella volta celeste per indicare agli uomini il tempo del raccolto. Non soltanto i contadini rivolgevano il loro sguardo verso gli astri, anche i marinai antichi guardavano alle stelle e da esse si lasciavano guidare nella navigazione notturna per i loro commerci.


Un filo rosso unisce queste storie, i miti, i riti, i culti, l’agricoltura, la navigazione, il
commercio sino agli scriptoria e ai birrifici presenti nei monasteri medievali.
Questi e molti altri sono stati gli spunti che hanno permesso di tracciare una
storia della birra nel mondo antico attraverso un’inedita degustazione narrata
organizzata il 28 agosto in occasione dell’Estate Novolese, da Sulle vie della
Birra in collaborazione con Fucina Sociale.
Una serata nella quale l’antica bevanda è stata nobilitata dal racconto delle infinite storie dentro al bicchiere.
Un’occasione che ha permesso alla birra di essere fautrice di cultura, conoscenza e
meraviglia.





