BIRRIFIC10 – 10 anni per Birrificio del Vulture

Marzo 4, 2025
di Aristodemo Pellegrino

Un territorio unico

Appollaiato, con le spalle al Tirreno, domina una vasta area che degrada verso la Puglia e idealmente guarda al mare. Il Vulture, grande avvoltoio, dalle molte cime, ma senza una vetta. Antico vulcano che serba nel cuore due gioielli d’acqua. Terreno fertile, fecondato da ceneri remote. Un vasto e fragrante bosco di castagni, faggi, pini, aceri e frassini accoglie e nasconde. Monaci in fuga vi cercarono rifugio. Briganti vi trovarono ristoro durante le lotte risorgimentali. Una storia lunga 750mila anni che ha forgiato un territorio unico, ricco di biodiversità e di rigogliosa vegetazione. L’uomo ha capito da sempre di essere di fronte ad un gigante gentile pronto a donare i suoi frutti.

Tante eccellenze

Le pendici vulcaniche hanno saputo dare forza agli immensi vigneti che regalano l’Aglianico del Vulture, gioiello enologico dell’intero panorama nazionale. Ma la fertilità e la ricchezza della zona ha dato origine anche ad altri prodotti importanti: le acque minerali e le gustose castagne. Gente fiera quella del Vulture, gente accogliente. La natura ha sicuramente trasferito loro i suoi doni. Sulle pendici del monte innumerevoli sono le storie che si possono incontrare.

Malti, luppoli e idee nuove

All’ombra della grande montagna Birrificio del Vulture ha saputo avviare una storia diversa. Una storia fatta di malti, luppoli e lieviti. Una scelta che erroneamente può essere letta come in contrasto con la tradizione dei luoghi. Vulture terra del vino. Ma oggi a pieno titolo il Vulture è terra di birra. L’avventura di Ersilia e Donatello parte da lontano, punto di svolta il 2009 con le sperimentazioni domestiche. Nel febbraio 2015 inizia ufficialmente la storia del birrificio. La sede produttiva a Rionero in Vulture viene da subito affiancata da un punto vendita inteso come sala degustazione. Un luogo in cui far conoscere le proprie referenze. Ma da subito Ersilia viaggia, si muove, si sposta, cerca il confronto e porta in giro le sue birre, per farle conoscere. Eppure il centro di tutto resta la grande montagna, che regala acque preziose che permettono alla birraia di esprimersi proponendo stili diversi di differenti quadranti geografici, dal Belgio alla Germania passando dal Regno Unito. Corsi, concorsi, fiere ed eventi vedono l’attiva birraia in giro per tutto lo Stivale, mentre Donatello continua a curare la taproom.

La concretezza della semplicità

Il tempo passa e il piccolo birrificio riesce a ritagliarsi il suo spazio grazie alla costanza produttiva e alla pulizia delle birre proposte. Alla base di tutto c’è però la semplicità, la disponibilità e la concretezza dei due protagonisti che, generosi come la propria terra, si dimostrano sempre accoglienti ed aperti al confronto. Il territorio continua ad essere celebrato attraverso le birre. Imperdibili, ad esempio, le due referenze in cui protagoniste sono le castagne. Anche nella scelta dei malti vengono privilegiati prodotti lucani. Numerosi gli ingredienti locali utilizzati dalle essenze erbacee a spezie diverse. Numerose le tipologie prodotte nel tempo, tante le punte di eccellenza, tanto lo studio e la sperimentazione. Un ventaglio ampio e variegato, dalla So’ Biologa, decisa e strutturata Imperial Stout sino alla The Pilsonagg, german pils da lungo tempo immaginata ma arrivata dopo 8 anni di esperienza e riflessione. Numerose nel tempo anche le collaborazioni con tanti birrifici e pub indipendenti di tutta Italia.

10 anni di birra

Il viaggio del birrificio va avanti. Nel febbraio di quest’anno viene raggiunta la cifra tonda. Due lustri. 10 anni di Birrificio del Vulture. Il compleanno diventa occasione non per celebrare se stessi, ma occasione per raccontare con ancora più forza il territorio. Lo sguardo, questa volta, si posa sulla strazzata di Avigliano, comune lucano non lontano da Rionero. Una focaccia dorata e croccante, impastata con farina di grano tenero e semola di grano duro, cotta nel forno a legna e caratterizzata dalla generosa aggiunta di pepe. Una focaccia che prende il nome dal gesto dello spezzare (strazzare) con le mani questa fragrante ciambella salata. Ersilia conosce il prodotto, decide di valorizzarlo in forma liquida. Dà vita alla la Strazz, una toast pepper ale, prodotta in collaborazione con La Strazzata Cibo di Strada Lucano. Una birra godibilissima, costruita con sapienza intorno all’ingrediente principale che ne caratterizza il profilo aromatico e gustativo in maniera netta ed equilibrata, bilanciando le note speziate con una buona secchezza che le dona una piacevolissima bevibilità. Le note di frumento, vivacizzate dal pepe presente nella focaccia, vengono messe in evidenza da una ricetta semplice volta ad esaltare l’ingrediente speciale. Una birra ottimamamente riuscita, un’ulteriore conferma della competenza di Ersilia.

La festa

La festa, celebrata in taproom la sera dell’8 febbraio, si è rivelata una serata assolutamente piacevole. In abbinamento alle tante birre proposte una selezione attenta di gustosi di salumi e formaggi del territorio, serviti ovviamente con la tipica focaccia, che su richiesta viene farcita con ottime frittate KM0 con verdure spontanee. Una delizia che da sola varrebbe il viaggio, ma che inserita nel contesto accogliente della taproom e con tutte le birre in splendida forma, diventa un’esperienza sublime di gusto. Una festa all’insegna del buon cibo e dell’ottima birra, una bella occasione per scambiare due chiacchiere con Ersilia e Donatello, che col sorriso, accolgono tutti e con tutti condividono le avventure di questi primi dieci anni.

Un modo nuovo e intrigante per celebrare e raccontare l’amore per il proprio territorio. Una tappa da non lasciarsi sfuggire quando si va ad incontrare il solitario e placido gigante, appollaiato sul suo accogliente scranno boscoso.

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