Foggia: la città, il grano, la birra
Fogia regalis sedes inclita imperialis
Il 22 novembre 1220, a Roma, Federico II viene incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero da Papa Onorio III. Da quel momento probabilmente inizia a nascere nella mente del Puer Apuliae l’esigenza di creare una nuova capitale del Regno e dell’Impero. Palermo, capitale normanno-sveva del Regno di Sicilia è ormai troppo decentrata. Occorre una nuova residenza che sia geograficamente più centrale. Nel febbraio del 1221 attraverso la via Traiana, superati i monti Dauni, l’Imperatore posa lo sguardo sul Tavoliere. Federico, re, imperatore e anche generale, si rende conto immediatamente che la terra di Capitanata offre due grandi doni e opportunità per le sue truppe: grano e cavalli.
La città di Foggia, vicina al mare Adriatico, a metà strada tra Palermo e la Germania, più vicina a Roma, centro della cristianità, viene eletta “sede inclitas imperialis”. Qui l’imperatore trascorre larga parte degli inverni pianificando alleanze, guerre e strategie politiche. Federico fa realizzare un imponente Palatium in città e due maestose dimore alle porte di Foggia, anche per dedicarsi alla sua tanto amata attività venatoria.
La Capitanata viene fortificata con una cerchia di castelli a corona e difesa della città che grazie al sovrano accoglie i maggiori letterati, filosofi, scienziati e giuristi della sua epoca. Cosa era Foggia a quel tempo e quanto fosse maestosa lo si può dedurre dal disegno anonimo della planimetria cittadina databile al 1583 / 1584, ritrovato nel 1973 nella Biblioteca Angelica di Roma dallo studioso Giuseppe De Troia e dal Quaternus excadenciarum Capitinate, inventario di beni demaniali, redatto tra il 1249 e il 1250, unico superstite dei quaterni del regno.

Nel solco della storia
Di questo grande splendore purtroppo oggi resta ben poco. I venti della storia hanno disperso un inestimabile patrimonio. Dal malgoverno aragonese che trasforma il Tavoliere in vaste paludi al grande terremoto del 1731 che colpisce la città, sino ai distruttivi bombardamenti del 1943.
Eppure, esistono e resistono dei fili che, ancora oggi, permettono di tracciare una linea in continuità con il passato. Elemento fondamentale della storia della città e di questo territorio, già dalle remote epoche neolitiche, è il grano. L’antico nome latino della città, Fovea, rimanderebbe proprio alle fosse granarie e a questa coltura.
Foggia città del grano, lo è stata in passato e lo è ancora. Frumento, alimento base di infiniti cibi e preparazioni. Eppure, negli ultimi anni le vicende di questo cereale si stanno arricchendo di nuove pagine che rimandano al periodo federiciano, grazie alla birra che incontra la Storia.


Il birraio & il birrificio
Nella sua amata città, il mastro birraio Michele Solimando, ha avviato una rivoluzione, silenziosa ma potente, che celebra il glorioso passato svevo.
Scenario di questa innovazione è il villaggio degli artigiani, quartiere nato il 30 novembre del 1976, come distretto urbano dell’artigianato, del commercio e dei servizi, con 36 aziende che oggi ne conta più di 1.000 sparse su 400mila metri quadrati. In questa zona nasce nel 2017 il birrificio Rebeers, con il quale Michele porta avanti un progetto tanto ambizioso quanto concreto. Guardando alla storia del territorio e facendo ricerca, il mastro birraio, ha saputo dare un’identità nuova alla sua produzione.


Fovea Revolution
Va riconosciuto il merito a Michele di aver realizzato qualcosa che mai era stato creato prima nella storia: “Fovea”, la prima birra al mondo realizzata con il 100% di grano duro senatore Cappelli. Esistono e sono esistite birre che impiegano il frumento, ma sempre in percentuale, in aggiunta al malto d’orzo, questo, anche e soprattutto, per un motivo pratico in produzione. Invece l’intraprendente birrario ha saputo riadattare il processo produttivo dando vita alla linea “Fovea”, birre prodotte interamente con malto di grano duro foggiano. Alla Fovea e alla Fovea Light si affiancano periodicamente versioni caratterizzate anche da materie prime del territorio, quali ad esempio gli agrumi del Gargano.

Il Progetto Stupor Mundi
Inoltre, per celebrare il Divo Augusto Federico, Rebeers ha avviato il progetto Supor Mundi che si esprime in birre stilisticamente legate alla terra di origine del casato Hohenstaufen, caratterizzate dalla segale “jurmana“, cereale probabilmente giunto nel Tavoliere insieme ad antiche popolazioni germaniche e ancora oggi coltivato in purezza da pochi produttori locali. Alla Costanza d’Altavilla, keller chiara da 4,5% e alla Enrico VI di Svevia, keller ambrata e muscolare da 6,3% si aggiunge la Puella Apuliae, caratterizzata dall’impiego di cinque cereali 100% origine Puglia (grano duro, orzo, avena, grano tenero, segale); luppolo coltivato ad Apricena dallo stesso Michele Solimando nell’azienda agricola di famiglia; lievito recuperato dalla fermentazione della Bianca Madeleine e della Fovea, entrambe birre di Rebeers; scorze d’arancia amara delle “Oasi agrumarie del Gargano”, che custodiscono morfotipi risalenti all’introduzione in questa zona, intorno all’anno mille, del Citrus aurantium L.

La linea Classica e la Cuvée
Accanto a questi due progetti vi è poi la linea Classica che si ispira al mondo belga e al quadrante angloamericano. Guardando al Belgio si va dalla blonde ale (Sweetly Blonde) alla tripel (Golden Kick) passando per una Honey Ale (Rebee). Sul versante luppolato troviamo un’american pale ale (Apaks) e una black IPA (Hopsfull). Tutte le birre di questa linea mostrano un ottimo carisma. Interessantissima la Alekseevna, Russian Imperial Stout da meditazione. Altra produzione sperimentale molto accattivante è la linea Cuvée con birre affinate in botte.

La taproom
Nella accogliente e calda taproom, con birrificio a vista e nel giardino esterno, rallegrato dalle piante luppolo, si possono degustare tutte le birre prodotte da Rebeers accompagnandole a selezionati prodotti locali. Panini e taglieri la fanno da padrone, con gli ingredienti selezionati per qualità e provenienza.

Gli Ingredienti
Si va dalla musciscka, carne di maiale cotta a bassa temperatura, speziata e leggermente piccante, alla porchetta realizzate da Salcuno, produttore di Poggio Imperiale. Carciofi e salicornia di Apricena dell’azienda Bianchi; pecorino della Masseria Macerone di San Giovanni Rotondo; filetto lardellato alla paprika dell’azienda Giannelli di Troia; salsiccia secca dolce di Faeto dell’az. De Luca; caciocavallo podolico dell’azienda Gaggiano di Rignano Garganico, presidio slow food; miele millefiori dell’az. Bucci di Deliceto; mozzarelle di bufale dell’az. Ciuffreda di Manfredonia; nodini del caseificio Idea di Stornarella; focaccia del forno San Michele di Monte Sant’Angelo; ciabatta di grano duro e “scarpette”, quaresimali al cioccolato, dei panificatori Fulgaro di San Marco in Lamis. Ingredienti combinati in diverse gustosissime composizioni. Ogni piatto viene proposto con l’abbinamento ragionato delle birre, in modo da esaltare al meglio sia il sorso che il morso.
Il Team
Un viaggio di gusto esaltato dalla competenza, dalla cortesia e dall’accoglienza del team di Reebers, capitanato magistralmente da Antonella De Vita e Rocco D’Innocenzio. Da dicembre 2023 la taproom si è sdoppiata portando un angolo del birrificio in centro città. In via Dante 11, un locale accogliente, intimo e curato, dove poter gustare birre, taglieri e focacce sempre con la qualità e la cortesia che rappresentano il marchio di fabbrica di Rebeers.

Benvenuti a Foggia, alla scoperta di un’oasi di gusto dove ristorarsi;
una tappa da non perdere; un luogo nel quale ogni sorso unisce passato e presente;
un luogo in cui il territorio e la sua storia diventano protagonisti.
Cheers e buon Voyage!