TUTTI GRATI A …”SANTU PATI” (2)

Febbraio 3, 2025
di Damiano Ciriolo

Intervista al Sindaco di Tiggiano, Giacomo CAZZATO

La devozione a Sant’Ippazio a Tiggiano è un fenomeno unico nel suo genere, frutto di una complessa interazione tra fattori storici, culturali e religiosi. Sindaco, ci spiega questa unicità?

Penso che sia un “unicum” collegato unicamente ai monaci italo greci e al clero bizantino. Noi (tiggianesi) siamo stati per diversi secoli, dal 1309 in poi, legati a una famiglia importante idruntina che proveniva da Piacenza, poi trasferitasi a Napoli e poi a Otranto e successivamente arrivata a Tiggiano nel 1309: la famiglia degli Arcella. Da quello che ci è sempre stato tramandato oralmente, il culto di Sant’Ippazio è arrivato grazie a questa famiglia. È un Santo, per lo più sconosciuto in Occidente, però abbastanza famoso nelle chiese orientali. Un piccolo particolare: l’ultimo arcivescovo metropolita bizantino – e “primate” del Salento, prima dell’arrivo dei Normanni intorno al 1057/1059, si chiamava “Ippazio”. Ciò a sottolineare come il culto di “Santu Pati” era legato al rito greco-bizantino, come testimoniano i culti legati ad altri Santi “bizantini” presenti nel nostro territorio, penso a San Teodoro, a Santa Sofia, a Santa Marina e San Biagio, lo stesso San Nicola che ritroviamo in tantissime chiese, San Trifone. Tutti santi dei primi secoli del cristianesimo legati soprattutto alle chiese orientali. Quindi è questa la ragione del legame di Santu Pati con Tiggiano.

Sig. Sindaco, risulta vero che fino a un recente passato, giuggiole e “pestanache” nel giorno di Sant’Ippazio venivano considerate un “pegno d’amore” dalle giovani coppie del paese?

È vero! Questa è una tradizione abbastanza intima e, come dire, sotto la coltre dell’intimità, per diversi secoli… ciò mi veniva raccontato dai miei nonni: la “pestanaca” e grosse giuggiole (“sciscele”) venivano utilizzate come regalo che generalmente i ragazzi porgevano alle fidanzate la mattina della festa, recapitandole a casa dei genitori. Quando tutto era diverso… No, non c’era un legame esplicito con la virilità. Anche lo stesso “Stendardo” (“stannardhu”) non ha nulla a che vedere con le “erezioni”… In realtà era una prova di forza, perché Sant’Ippazio è il protettore dei sofferenti da ernia inguinale; pertanto, lo sforzo di prendere questo lungo palo, poggiandolo sul basso ventre, è legato alla protezione di Sant’Ippazio dai problemi di ernia. Più che una prova di resistenza legata alle prove di virilità di cui si asserisce una protezione del Santo che invece è stata aggiunta e tramandata da credenze popolari. Tant’è che vi era un’altra tradizione legata alla protezione dall’ernia inguinale che vedeva i genitori portare i bambini piccoli sulla pietra principale dell’altare di Santo Ippazio per invocare la protezione del Santo rispetto a un problema che coinvolgeva anche i bambini. Il legame tra la comunità di Tiggiano ed il Santo è talmente saldo che fino a un recente passato era tradizione chiamare i primogeniti maschi Ippazio, ma senza una connessione diretta con la protezione da problemi di virilità.

Potrebbe raccontarci della connessione tra la “pestanaca” e la festa di Santu Pati?

In realtà, le “pestanache” arrivavano a maturazione proprio nei giorni di celebrazione di Sant’Ippazio. E aggiungo che dobbiamo dire grazie ai contadini di Sant’Eufemia di Tricase e a Tutino di Tricase se la “pestanaca” è riuscita a sopravvivere fino ai nostri giorni.

Risponde al vero che i cosiddetti “Braceri monumentali” rappresentano il “segno” di accoglienza dei tiggianesi verso i mercanti attratti dalla fiera di Santu Pati?

È una cosa degli ultimi anni legata… soprattutto alla rievocazione di un Capodanno contadino. La festa di Santo Ippazio era particolarmente sentita soprattutto nel Casaranese, Taurisanese e nell’Idruntino. A Casarano e nel suo hinterland vi erano tanti altari in devozione di Sant’Ippazio; la zona di Casarano era legata alla cultura “gitana” e al commercio di cavalli e del bestiame. La fiera di Santu Pati era la prima fiera dell’anno dopo la pausa del Natale. Quindi Tiggiano era una sorta di punto d’incontro, tant’è che le cosiddette carovane arrivavano la sera prima e i gitani dormivano ovunque vi fosse un antro per ripararsi dal freddo o nei cortili o addirittura nelle case dei tiggianesi. Molte famiglie facevano addirittura lo sforzo di stringersi in un’unica stanza per dare spazio a chi arrivava per commerciare.

Un’ultima domanda: per questo prodotto, la “pestanaca”, che comunque è una peculiarità di questo territorio, c’è un progetto di sviluppo e di valorizzazione che impegna la comunità e l’Amministrazione comunale di Tiggiano?

Ci siamo messi in impegno da quest’anno; io sto per superare gli strascichi della recente fase elettorale e quindi il prossimo “step” è quello di provare a creare un presidio Slow Food per le “pestanache di Santu Pati” e abbiamo iniziato un percorso insieme alla Casa dell’Agricoltura di Castiglione al fine di creare il presidio Slow Food.

In calce la video registrazione dell’intervista

Ringraziamenti e propositi

a cura della redazione di Wine Food Voyage

Ringraziamo il Sindaco Cazzato per il suo prezioso contributo e per i numerosi spunti di riflessione emersi durante l’intervista. L’Associazione Wine Food Voyage, nel suo impegno a valorizzare le tradizioni locali, propone un approfondimento che va oltre le parole, un viaggio nel cuore del “sentire popolare”.

Attraverso studi di esperti, testimonianze di appassionati e il sapere custodito dalla gente, vogliamo offrire una visione completa e autentica del legame tra Tiggiano e Sant’Ippazio. Siamo convinti che la voce della comunità, custode e interprete di ogni tradizione, sia fondamentale per comprenderne appieno il significato e preservarne la vitalità.

L’Associazione è rimasta affascinata dal culto di Sant’Ippazio e dalla devozione dei tiggianesi, un legame che si rinnova ogni anno tra fede, folklore e l’immancabile “pestanaca”. Ci impegniamo a preservare questa viva tradizione, consapevoli che il nostro ruolo è quello di ascoltare e dare voce al territorio.

Siamo a disposizione per eventuali azioni di valorizzazione della “pestanaca di Sant’Ippazio”, un prodotto unico che merita di essere conosciuto e apprezzato. Sosteniamo con entusiasmo la creazione di un presidio Slow Food e plaudiamo al lavoro della Pro Loco di Tiggiano, che con passione e competenza si dedica alla promozione di questa gustosissima carota.

Ringraziamo tutti coloro che hanno reso possibile questo “focus” su Sant’Ippazio, in particolare l’Ing. Ippazio Antonio Morciano e Christian Ricchiuto, per averci guidato in questo viaggio alla scoperta di una tradizione che pulsa nel cuore di Tiggiano. Un ringraziamento anche per il materiale fornito in termini di test e immagini fotografiche va a Graziano Cennamo e Giuliano Sabato di PugliaArmonica , Fabrizio Donnicola Presidente della Pro Loco di Tiggiano gli amici Roberto Afrune ed il Cav. Gianluca Lecci (restauratore di beni artistici). Un ringraziamento , infine al Comitato organizzatore della festa di Sant’Ippazio compreso il parroco che in questa fase non abbiamo ancora avuto il piacere di contattare.

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